lunedì 26 giugno 2017

IMMOBILI (NON) COMMERCIALI





Immobili (Non) Commerciali

La crisi economica di questi ultimi anni e le politiche addottate dalle ammnistrazioni dei territori, dirette allo sviluppo di grandi centri commerciali, hanno minato notevolmente le potenzialità di reddito, degli immobili industriali e commerciali.

Questi beni non sono aiutati dal regime fiscale (sufficientemente arzigogolato) che ne asfissia ogni sua potenzialità di locazione o di vendita. Mentre paradossalmente l'Agenzia del Territorio, attraverso la sua fonte principale di rilevamento OMI, registra laconicamente solo una lieve flessione al ribasso di questi beni, non cogliendo a opinione dello scrivente, le reali e variate condizioni di mercato, quindi il forte calo della domanda e conseguentemente delle quotazioni di questi beni.

Pertanto, diversi titolari di questi cespiti, a mutate condizioni, tentano di dare nuova linfa al loro investimento, reinventandone una destinazione più rispondente alle nuove richieste del mercato.
Difatti, si registrano numerosi casi di cambi di destinaizioni d'uso, da negozi/depositi a loft (da categoria c/2 ad a/3),  da negozi  a civili abitazioni (da categoria c/1 ad a/3)   o comunque da negozi a garage o depositi    (da categoria c/1 ad c/6 - c/2).

Ebbene, non sempre questa prospettiva è lastricata da buoni auspici, non tanto dovuta alla nuova destinazione del bene, ma quanto alle insidie burocratiche legate all'iter del cambio di destinazione del bene. Per meglio intendere, i titolari dovranno inoltrare le richieste per ottenere le dovute autorizzazioni comunali, ma dovranno pure, curarsi da provvedimenti/opposizioni dettate da:

- regolamento urbanistico edilizio (RUE)
- agenzia del territorio
- amministratori condominiali

Tralasciando le opposizioni dei terzi, spesso succede che determinati intralci, si celino dietro a delibere comunali inibitorie a tale attività, opposizioni condominiali e dulcis in fundo l'Agenzia del Terrritorio che in alcuni casi non recepisce la diversa categoria catastale, rispetto alla originaria  e con motivazioni funanboliche.

Quindi alla luce di alcune esperienze, sembrerebbe che non è oramai corretto parlare di proprietà privata, ma di disponibilità condivise o diversamente immobili vincolati. Ovviamente non condividendo detto "orientamento", non essendo rispettoso e lesivo del diritto di proprietà privata, in modo del tutto arbitrario e immotivato.

L'Agenzia Immobiliare Francia, nella sua continua opera di consulenza immobiliare, affronta dette criticità nella sua sezione dedicata a " Servizi dell'Agenzia immobiliare ai Lidi Ferraresi " .